Ringrazio il nostro caro lettore Mario, che a proposito di un nostro vecchio post sul lavoro in Australia e Nuova Zelanda ha segnalato un’interessante intervista a Pier Luigi Celli attuale direttore generale della Luiss. A seguire il video dell’intervista rilasciata qualche settimana fa a Dillinger e a cui ha fatto seguito la nota lettera al figlio laureato che tante polemiche (ipocrite) ha sollevato nei giorni scorsi.
Il sunto della lettera è nel suo preambolo: “Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio…”
Uhm… forse è proprio così o forse no. Certo è che la nostra società ha tradito molti dei valori su cui poggia. Crack finanziari, scandali politici, crisi economica, conflitti sociali e lotte fra poteri stanno lentamente divorando le sue radici e soffocando i nuovi rami.
In questo contesto ha ancora senso parlare di studio, merito, competenze, talento, capacità?
Dipende… se sei un calciatore, una velina, un raccomandato probabilmente sì. Altrimenti è meglio che inizi a preparare la valigia
E tu cosa ne pensi?
Andare a lavorara all’estero è l’extrema ratio o l’unica possibilità per realizzare i propri talenti e aspirazioni?
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